Il cucciolo recluso. Un vecchio mito da sfatare

Capita spesso nell’attività ambulatoriale di visitare un cucciolo appena adottato e di sentirsi chiedere se il cagnolino può uscire di casa prima del completamento del piano vaccinale. Purtroppo tale convinzione è ancora diffusa in molti addetti al settore. Lo scopo sarebbe anche meritevole, cioè preservare il cucciolo da malattie infettive quali il cimurro e la parvovirosi.

Purtroppo isolare il cane fino a quando il piano vaccinale non sia completato, significa impedire all’animale di uscire fino a quando il cucciolo non ha compiuto almeno i 3 o 4 mesi. Questo periodo di crescita del cane rappresenta un momento essenziale nello sviluppo comportamentale del cucciolo, periodo nel quale è sensibile all’apprendimento e alla conoscenza. Questo significa che tutte le esperienze vissute in questo periodo servono al cane per affrontare la vita futura. In pratica è importante che il cucciolo si abitui ai rumori, agli animali di altre specie, a persone con caratteristiche diverse, agli odori e a tutto ciò che può incontrare nel mondo esterno. La mancata conoscenza di queste cose potrebbe esporre il cane a disturbi quali la sindrome da privazione sensoriale, che porterebbe a una condizione di fobia o di vera e propria ansia nel momento in cui il cane viene a contatto con esperienze mai vissute. Quindi è corretto permettere al cucciolo di uscire di casa e fare nuove esperienze, evitando il contatto con cani di provenienza sconosciuta o non vaccinati. Il benessere del nostro amico non significa solo preservarlo da malattie infettive, ma anche prevenire i disturbi legati a uno squilibrio psicologico, nell’ottica di una visione olistica che considera la salute del cane e del gatto nel suo insieme psico-fisico.